
TOKYO - Sull'Italia potrà arrivare una nube proveniente dal Giappone, ma questa avrà una dose di radioattività trascurabile. Anzi, ha detto oggi il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, «nessuna nube tossica sta raggiungendo l'Italia, ma si tratta solo di correnti d'aria che contengono una minima quantità di radioattività, assolutamente non tossiche e assolutamente non pericolose». È pienamente d'accordo il climatologo Vincenzo Ferrara, dell'Enea, per il quale «non c'è dubbio che sulla nube si stia facendo un bel pò di confusione». I modelli matematici che prevedono lo spostamento delle nubi sono tanti e basati su parametri diversi, compreso quello al quale fa riferimento l'Agenzia francese per la sicurezza nucleare (Asn) e che prevede la nube in arrivo sull'Italia per questa sera. Quello che si può dire, prosegue Ferrara, è che «il trasporto delle masse d'aria viaggia da Ovest verso Est alla media di 1.000 chilometri al giorno; vale a dire che ogni 30-40 giorni torna al punto di partenza».
Questa circolazione non è comunque l'unica ad influire sullo spostamento delle masse d'aria: «avviene anche un processo di diffusione che dipende dalla turbolenza atmosferica», spiega. Le variazioni del vento sulla verticale o in orizzontale possono portare ad una dispersione molto forte. Considerando dei valori casuali e solo come esempio: se una nube dovesse partire dal Giappone carica di mille miliardi di particelle radioattive, queste verrebbero disperse quasi completamente già nel percorso attraverso l'Oceano Pacifico. «Negli Stati Uniti potrebbe arrivarne appena una» e «la probabilità che arrivino particelle radioattive sull'Europa e sull'Italia è uguale a zero». Perciò, prosegue Ferrara, «dire che una massa d'aria si sta spostando dal Giappone verso l'Europa è molto diverso dal parlare dello spostamento di una nube radioattiva». In pratica, rileva il climatologo, «non c'è nessuna nube radioattiva, ma solo una massa d'aria che può provenire dal Giappone, nella quale non è assolutamente probabile che si trovino particelle radioattive». Questa possibilità, prosegue, sarebbe stata invece un pericolo molto concreto «solo se in Giappone fosse avvenuto un incidente nucleare molto più violento e più grave di quello di Chernobyl, con rilascio di materiali radioattivi in alta quota».http://www.leggo.it/articolo.php?id=113125
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